The Finger and the Moon Blog

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Per il dialogo inter-religioso, per la Siria, per padre Paolo Dall’Oglio

Posted on: April 11th, 2014 by flaviadiba No Comments

Opera di Flavia Bartolo dedicata alle vittime della guerra fratricida in Siria.

Andai in Siria nel 2009, visitai la comunità Deir Mar Musa, per il dialogo inter-religioso, fondata da padre Paolo Dall’Oglio, che ebbi la fortuna di conoscere.

Di Paolo Dall’Oglio si sono perse le tracce dal luglio del 2013 mentre si trovava in Siria, rientrato clandestinamente, dopo essere stato espulso, per continuare la sua opera di pace e mediazione. Per comprendere le sue intenzioni si legga l’ultimo libro, pubblicato dopo la sua sparizione, dal titolo “Collera e luce”, nonché il libro “Innamorato dell’Islam, credente in Gesù”, da cui riporto una parte della regola della Confederazione monastica Al-Khalil del monastero di Deir Mar Musa al Habashi:

“Estratto dall’introduzione.

1. La peculiare vocazione del monastero di San Mosé l’Abissino (Deir Mar Musa al Habashi) e della Confederazione monastica al-Khalil (l’Amico di Dio) presenta tre priorità: - la vita contemplativa secondo la tradizione siriaca e con un impegno spirituale nell’ambito del contesto cristiano vicino-orientale e arabo-islamico; - l’ospitalità abramitica; (…)

4. La particolarità del carisma della Comunità di San Mosé l’Abissino si basa su alcuni elementi che costituiscono una forte unità simbolica per noi che siamo stati chiamati a questo genere di vita monastica, per le Chiese con le quali viviamo, le società nelle quali viviamo, la Chiesa universale per la quale viviamo. Il monastero di San Mosé l’Abissino costituisce un simbolo importante per le Chiese Orientali, le quali hanno sempre, nei monasteri del deserto, trovato le sorgenti del rinnovamento spirituale evangelico, sull’esempio del popolo di Mosé nel Sinai, sulle tracce dei Padri dei deserti egiziani e di Palestina e sulla base dell’insegnamento di Efrem e di Isacco i Siri”.

Voglio esprimere il dolore che provo per questa inutile guerra e il mio pensiero rivolto a Paolo Dall’Oglio e a tutte le vittime del conflitto, a cui il mondo intero pare indifferente.

Sono ormai milioni i profughi siriani che occupano i campi profughi in Libano o che cercano di raggiungere  paesi occidentali, una vera e propria diaspora di cui non si intravvede ancora il termine.

Sono addolorata nel vedere in fotoreportage la distruzione anche dei luoghi di culto, come la moschea degli Omayyadi a Damasco, in un vortice crescente di violenze da parte di gruppi armati non identificabili.

La mia intenzione in quest’opera è di mettere in dialogo Islam e Cristianesimo senza contrapposizioni, come padre Dall’Oglio ha fatto nell’intera sua vita e come, mi auspico, possa continuare a fare nella volontà di pace e amore: l’invocazione Allah u Akbar è contornata da poesie tratte da “I trentatré nomi di Dio” di Marguerite Yourcenar. La calligrafia è in stile beneventano, sec. VIII-XII, utilizzata soprattutto dai monaci amanuensi dell’abbazia di Montecassino.

Flavia Di Bartolo

 

 

The finger and the new Moons

Posted on: March 18th, 2014 by la fra No Comments

Tutte le mani del mondo indicano alla stessa luna. Tutti gli occhi vedono la stessa luna. E tutti sognamo con la stessa luna. In antichitá considerata dea, é l’unica grande sfera sopra di noi che pur ripetendo le sue apparizioni per tutti gli esseri viventi della terra, arriva e sparisce, attira e respinge e muove, muove i flussi, gli oceani della terra cosí come le parti d’acqua presenti in ognuno di noi.

Tutte le dita indicano la luna, soltanto che ogni mano la chiama con un nome tutto suo: Selene a Artemide o Luna e Diana oppure al maschile divenne anche Nanna o Sin o ancora Thoth. Men oppure Tsukuyomi. In India era Chanda, e ricevette una maledizione dal dio Ganesha, che la puní con cicli di 15 giorni, costringendola a scomparire ognitanto.

Fasi lunari

Per la civiltá di Teotihuacan Chalchiutlicue era la dea dell’acqua relazionata anche alla luna, alla quale dedicarono persino la famosa piramide al fondo della “calzada de los muertos” (210 – 450 d.C.), alta 40 metri. Una grande scalinata porta in cima alla piramide, ovvero sulla piattaforma superiore, dove si realizzavano le cerimonie per Chalchiutlicue.

Per gli antichi celti si contava il tempo con mesi lunari: da una luna nuova alla successiva, un mese equivaleva al ciclo completo del satellite attorno alla terra. Soprattutto per i saggi druidi che ancor piú degli altri vivevano in costante comunicazione con la natura che avevano attorno, la luna e le sue fasi rappresentavano momenti decisivi per poter raccogliere certe piante e averne cosí la qualitá migliore. La luna avrebbe influsso anche sulla presenza benefica o meno dei principi attivi della pianta che si vuole raccogliere, tanto che solamente alcuni momenti del mese, del giorno e della notte sono buoni per effettuare la raccolta.

Per secoli e per qualcuno ancora oggi, la luna scandisce ritmi concreti di lavoro e ordina nel tempo attivitá funzionali al lavoro della terra. I contadini aspettano il nuvilunio per mettere il mosto nelle botti affinché diventi vino, e la luna é fondamentale. Fasi di luna crescente o calante sono importanti nella raccolta e nella semina, da sempre.

Sai Baba

Posted on: March 10th, 2014 by Liuba No Comments

L’insegnamento di Sathya Sai Baba si fonda sul concetto che l’uomo sia essenzialmente divino e che debba quindi impegnarsi a riscoprire la propria natura divina.

Satya Sai Baba affermò più volte di non voler fondare una nuova religione, né una setta o un nuovo credo, o di volere raccogliere proseliti; nonostante sia nato in un contesto induista, il suo messaggio era inteso come universale e si rivolgeva indistintamente ai fedeli di tutte le religioni, a cui raccomandava la sincera adorazione di Dio nelle forme e nei mezzi propri di ciascuna religione: cardine del suo insegnamento è infatti l’unità delle religioni e delle discipline spirituali, concepite come strade differenti verso l’unico Dio. Molta importanza è data al canto devozionale (bhajan) e alla preghiera (con la ripetizione dei mantra), al servizio altruistico disinteressato (seva), e allo studio della spiritualità attraverso i testi sacri e spirituali di ogni tradizione o cultura.

Ha affermato inoltre che l’essere umano, per potersi definire tale, dovrebbe vivere secondo cinque valori principali, i cosiddetti valori umani, presenti – seppur in modo latente – in ogni individuo: verità, amore, pace, rettitudine e non-violenza; la cui costante e progressiva riscoperta e messa in pratica costituisce la vera essenza della ricerca spirituale.

Nel 1963 è sorta l’Organizzazione Sathya Sai, organizzazione spirituale non-religiosa e senza fini di lucro o di proselitismo, attualmente attiva in 137 nazioni, fondata con lo scopo di aiutare le persone a «riscoprire la propria natura divina».

L’impegno di Sathya Sai Baba nel campo del sociale si è concretizzato in numerosi progetti di natura umanitaria e filantropica in India, ispirati o portati avanti da egli stesso. Questi progetti (definiti, a seconda della tipologia, SocioCareEduCare e MediCare) includono:

la costruzione di campi medici e ospedali (tra cui il policlinico Puttaparthi Super Speciality Hospital), in cui gli interventi vengono eseguiti gratuitamente;
il “progetto acqua potabile”: un sistema di filtraggio, depurazione e distribuzione dell’acqua ad oltre 1000 villaggi rurali (circa due milioni di persone servite);
il progetto Sathya Sai Gange, un grande canale artificiale per portare acqua nella regione di Madras, caratterizzata dalla siccità;
l’apertura di numerosi istituti scolastici gratuiti, da elementari a università;

  • Love all, serve all – Help ever, Hurt never

dal Pancatantra

Posted on: March 2nd, 2014 by Liuba No Comments

“Pur avendo studiato i trattati, costoro sono stolti. Sapiente è solo colui che è dedito all’azione”

“Qual’è il tempo? Chi sono gli amici? Qual’è la regione? Quali sono le uscite e le entrate? E inoltre, chi sono io? e qual’è la mia forza? Così ci si deve interrogare molteplici volte.”

“Anche da uno che sia ebbro o da un pazzo che farnetica, o da un fanciullo che girovaga, da ognuno si può estrarre la parte migliore, come dalle pepite si estrae l’oro.”

“Come sono coloro con cui convive; com’è quello che uno desidera essere; questa stessa cosa diventa l’uomo.”

“L’uomo ricco di pregi s’inchina a somiglianza dell’arco dotato di corda. L’uomo che non ha pregi si fissa nell’immobilità, a somiglianza di un arco privo di corda.”

“To consider, ‘Is this man of our own or an alien?’ is a mark of little-minded persons; but the whole earth is of kin to the generous-hearted.”

“In bad times, one should not abandon patience”.

“Excellent, average, and low qualities appear in anyone or anything due to association with person or things of the corresponding type.”

“Truly good men are like rubber balls; even if they fall they bounce back. A fool falls like mud and gets stuck to the ground.”

“A great man does not lose his self-possession when he is afflicted; the ocean is not made muddy by the falling in of its banks.”

 

Il Panchatantra è una delle più antiche raccolte di favole della letteratura sanscrita.

Risale al IV secolo d.C., ma si basa su più antiche raccolte di fiabe. Viene attribuito al saggio indiano Bidpai (vissuto attorno al 300 d.C.)
I racconti, che per lo più hanno come protagonisti degli animali, sono suddivisi in cinque libri attorno ad alcune tematiche di saggezza.

Origine e creazione del Panchatantra

Molto tempo fa nel regno di Mahilaropya, viveva un re che governava in modo encomiabile.
Il re aveva tre figli, non molto intelligenti, e, per questo era molto preoccupato per la successione al trono. Cercava un buon insegnante, ben preparato nelle scritture, che riuscisse ad insegnarle ai figli in un tempo relativamente breve.
I ministri gli avevano indicato un ottimo pandit (erudito), Vishnu Sharman. Ma questo valente erudito era abbastanza vecchio e il re si chiedeva come avrebbe fatto a completare l’insegnamento delle scritture ai figli, dal momento che a un allievo ben dotato erano necessari almeno dodici anni per apprenderle.

Vishnu Sharman riuscì a convincere il re che avrebbe insegnato ai principi il comportamento di un vero re grazie a una serie di racconti che sarebbero stati molto più efficaci delle scritture.
Compilò una raccolta di cinque volumi di storie, chiamati Panchatantra, che dovevano appunto servire da guida ai giovani principi per apprendere il mestiere di re e imparare a comportarsi da saggi.

Vishnu Sharma prese in carico i tre figli del re e se li portò a casa, iniziando subito la loro educazione.

Suddivise le sue lezioni in interessanti storie che trattavano piacevolmente dei caratteri degli animali. Un dopol’altra le raccontò ai principi che ne seppero cogliere agevolmente l’essenza e applicarla alla vita. Al punto che ne furono completamente trasformati.
Una volta concluso l’apprendimento, essi rientrarono a corte non più come i ragazzi rozzi e fastidiosi che erano stati, ma come giovani dotati di saggezza e di prudenza.

Da allora, le storie raccolte e narrate da Vishnu Sharma sono conosciute come Panchatantra.

leggi le storie del pancatantra

 

 

The Truth

Posted on: December 5th, 2013 by Liuba No Comments

How can the Truth be MY Truth? How can Religion be MY Religion? The Truth can not be MINE, MY Truth can not be the Truth (anonymous)

Come può la verità essere la MIA verità? Come può la religione essere la MIA religione? La verità non può essere MIA, la MIA verità non può essere la verità (anonimo)

 

I fiori di Bach e la spiritualità

Posted on: December 5th, 2013 by Liuba No Comments

I fiori di Bach o rimedi floreali di Bach sono una cura alternativa basata sulla floriterapia (“terapia con i fiori”), ideata dal medico britannico Edward Bach.
La descrizione più esauriente degli aspetti spirituali della floriterapia di Bach si trova nell’opera ‘Guarisci te stesso’ , e,  in forma più sintetica, nel volume Terapia con i fiori di Bach di Mechthild Scheffer.

Ecco alcuni concetti fondamentali:


Le due leggi spirituali
. Sono delle verità eterne che, sia pure formulate in modo diverso, si ritrovano in tutte le religioni del mondo:

1. La legge della guida interiore – Prescrive di seguire unicamente la propria guida interiore attraverso l’Io Superiore, senza ammettere l’intrusione di altre personalità nella propria missione.

2. La legge dell’unità – Noi facciamo parte di un’unità più grande regolata dall’armonia, così come la cellula fa parte del corpo. Allo stesso modo in cui ogni cellula è in rapporti di scambio con tutte le latre, tutto ciò che facciamo deve servire gli interessi di questa unità più grande.

L’Io Superiore
Definito talvolta da Bach anche “anima”., è il nucleo essenziale divino del nostro essere, il nostro vero Io immortale, che vorrebbe manifestare nel mondo le qualità divine e realizzarfe la sua missione personale.

Legge di risonanza
Una delle leggi cosmiche. Noi entriamo in risonanza con avvenimenti, persone o condizioni di vita che si trovano in uno stato di vibrazione corrispondente al nostro. Ciascuno di noi può attirare soltanto ciò che corrisponde alla propria vibrazione del momento: dunque la paura attira ciò che temiamo, la gioia attira tutto ciò che ci dà piacere.

Salute e malattia

La sensazione di benessere interiore e la salute fisica sussistono solo quando la missione da compiere nella vita viene riconosciuta dalla personalità e realizzata in sisntonia con le due leggi spirituali. La malattia insorge quando la personalità non è in sisntonia con la guida dell’Io Superiore, di cui non percepisce, fraintende o non vuole riconoscere i messaggi.

Responsabilità
Assumersi una responsabilità significa riconoscere di essere all’origine di una situazione o di un avvenimento e accettare di prendere una decisione consapevole in merito, affrontandone le conseguenze.

 

pèr saperne di più:

http://www.alkaemia.it/fioribach_cosasono.php

http://rimedifloreali.it/i-38-fiori-di-bach/

http://www.bachcentre.it/fiori_bach/index.php

 

 

Il nuovo Papa e le luci di Hanukkah

Posted on: March 14th, 2013 by Liuba 1 Comment

Una visita che si è già caricata di storia. È quella del nuovo Pontefice Jorge Mario Bergoglio alla sinagoga Emanuel di Buenos Aires, tenutasi nel dicembre 2012, esattamente tre mesi prima della sua elezione. L’allora arcivescovo della Capitale argentina aveva acceso il quinto lume di Hanukkah. Nel frattempo la stampa ebraica e israeliana nel mondo raccontano il legame di papa Francesco con il mondo ebraico, dalla visita di solidarietà alla Comunità di Buenos Aires all’indomani della strage del 1994, all’evento per commemorare l’anniversario della Notte dei Cristalli che ha organizzato nella Cattedrale della città lo scorso autunno.

Numeri e Simboli nel Taoismo

Posted on: November 27th, 2012 by Liuba No Comments

Nel Taoismo i Numeri sono concepiti all’interno di un sistema d’emblemi o simboli, nel quale non esprimono la quantità ma la qualità delle cose. Il Numero, in quanto Simbolo, permette di risvegliare un’intuizione che il solo linguaggio non può esprimere. Il Numero riesce ad attivare, nello stesso tempo, i molteplici “collegamenti” della mente umana, in altre parole, è capace di legare gli aspetti più diversi e permettere un’immagine d’insieme.

L’importanza dei Numeri è confermata dalla struttura di molti testi classici della filosofia cinese, come ad esempio lo Hongfan, il Daodejing e l’Yijing.
Quindi i Numeri agiscono come simboli, di cui la serie dall’Uno al Dieci è sufficiente a classificare l’universo e l’ordine della Creazione.

I segni da Uno a Cinque, sono detti Numeri di “apparizione”; cioè numeri preposti alla descrizione della creazione della vita, dalla produzione all’apparizione di un essere vivente. Dal Sei al Nove, incontriamo i Numeri che descrivono il suo sviluppo ed il suo “compimento”.

YI – UNO: Il TAO (DAO)

La difficoltà di spiegare ed interpretare il TAO (DAO) senza limitarne la vera natura nel descriverne il concetto, ha convinto i “Saggi” taoisti ad inserirlo all’interno di qualcosa d’altro, ad esempio un simbolo o meglio ancora, ad esprimerne il principio semplicemente con un numero, il Numero 1.
Dunque il Numero 1 non è soltanto un numero, ma, il Numero. E’ un simbolo numerico che aiuta a comprendere l’Unità Primordiale, l’Unità Fondamentale che è all’origine di tutti i fenomeni manifesti, il Tao, da cui hanno tratto origine tutti gli esseri:

“La Via generò l’Uno, l’Uno divenne il Due, il Due divenne il Tre, il Tre ha prodotto i Diecimila Esseri”
- Laozi dal “Daodejing – Il Libro della Via e della Virtù.

Da questo Numero si generano tutti gli altri e nello stesso tempo sono contenuti nella sua Grande Totalità, espressa dal Numero 10.
Scendendo di livello, l’Uno è collegato alla figura del CIELO (TIAN) e per analogia al PADRE.

ER – DUE: Il Dualismo YIN e YANG

L’Uno genera il Due.
Il TAO (DAO) è costituito da due aspetti, YIN e YANG, due entità opposte ma complementari che sono regolate da un mutuo rapporto di coesistenza, una non può esistere senza l’altra. Come per ombra e luce, basso e alto, dietro e avanti, unione e separazione, questi due principi non sono mai presenti separatamente. In ogni fenomeno è rappresenta la qualità più o meno elevata dell’uno e dell’altro; inoltre, essendo in continua “mutazione”, lo YIN e lo YANG si trasformano ciclicamente l’uno nell’altro.
Questa “qualità” è espressa dal Numero 2.

SAN – TRE: Cielo, Uomo, Terra

1 + 2 = 3 dunque l’UOMO (REN) come risultato della fusione tra CIELO (TIAN) e TERRA (DI). Al Numero 3 ben si addice, dunque, l’idea di CREAZIONE (origine, nascita, uscita, esteriorizzazione) verso un insieme completo (anima, corpo e spirito).

Tre sono le linee intere o spezzate che formano gli OTTO TRIGRAMMI (BA GUA).
Tre sono i livelli temporali: passato, presente, futuro.
Tre sono i Focolari (o Riscaldatori, Campi di Cinabro, SAN JAO) che mantengono la vita.

SI – QUATTRO: Tempo e Spazio

La ciclicità delle stagioni, in una cultura prevalentemente contadina, ne scandisce il TEMPO.

Xia, Estate XIA – ESTATE TAI YANG, Grande Yang
Qiu, Autunno QIU – AUTUNNO SHAO YIN, Piccolo YIN
Dong, Inverno DONG – INVERNO TAI YIN, Grande Yin
Chun, Primavera CHUN – PRIMAVERA SHAO YANG, Piccolo Yang

Simbolicamente il Numero 4 richiama il QUADRATO (anche il suo ideogramma significa cintato, chiuso), la delimitazione di uno SPAZIO e la sua identificazione nelle quattro direzioni, nei quattro punti cardinali: SUD (NAN), NORD (BAI) , EST (DONG) e OVEST (XI).

WU – CINQUE: Il Centro

Il ciclo di mutazione dal Massimo Yang (Numero 3) raggiunge il Massimo Yin (Numero 2) e torna nuovamente al Massimo Yang, in un movimento senza fine.
Questa rotazione avviene attorno un CENTRO (Il Perno, il Capo, l’IMPERATORE) identificato dal Numero 5.

La nozione di CENTRO, spesso, viene assimilata a quella di vuoto mediano, in seno al quale si svolge la vita.
Il 5 è posto al centro della serie di numeri che vanno dal Numero 1 (l’Unità) al Numero 9 (il limite accessibile alla conoscenza umana) che classificano l’Universo: 1 2 3 4 5 6 7 8 9.

Ora, la TERRA (DI), su cui avviene il mutarsi di tutte le cose, muta a sua volta, diventando operativa e la sua valenza passa da 2 a 5. La creazione si è compiuta con il Numero 5 che conclude la serie dei numeri che descrivono la creazione della vita.

Il Numero 5 è il valore del MOVIMENTO TERRA (TU) all’interno del Ciclo dei Cinque Movimenti (WU XING).
Secondo la numerazione data, in base al “valore o rango”, ai vari movimenti (elementi) data dallo HONG FAN, l’Acqua assume valore 1, il Fuoco 2, Legno 3, il Metallo 4 e la Terra 5.

Shui, Acqua 1. SHUI – ACQUA
Huo, Fuoco 2. HUO – FUOCO
Mu, Legno 3. MU – LEGNO
Jin, Metallo 4. JIN – METALLO
Tu, Terrea 5. TU – TERRA

see more:

http://nuke.tuiillago.it/MTCeFilosofia/NumerieSimboli/tabid/577/Default.aspx

http://lalunanellago.blogspot.it/2010/02/lalchimia-dei-numeri.html


The Finger and the Moon # 3 collective performance photos

Posted on: November 15th, 2012 by Liuba 1 Comment

Genoa, sept 29, 2012, Deconsacrated Gothic Church of S.Agustin Museum

After a year of site specific research and networking in the city of Genoa by the Italian artist Liuba supported by anthropologist Barbara Caputo, 12 people of different spiritual faith and beliefs participated with Liuba in the collective performance, curated by Alessandra Gagliano Candela.

Dopo una lavoro di ricerca antropologica e di contatti sul campo durato circa un anno e portato avanti dall’artista insieme all’aiuto dell’antropologa Barbara Caputo e della curatrice Alessandra Gagliano Candela, hanno partecipato alla performance collettiva insieme col’artista Liuba 12 persone di diverse fedi religiose e cammini spirituali.




Participants met with Liuba into the Deconsacrated Church a few hours before the performance began.The artist explained the importance of everyone feeling well, relaxed and free during the performance; being part of a performance is not like acting in the theater rather it is being natural and true. All the people involved were free to meditate and act in any way he or she liked, needing only to keep in mind simple logistical/spatial rules previously decided upon.

I partecipanti si sono incontrati con Liuba nella chiesa sconsacrata alcune ore prima della performance. Liuba ha sottolineato che era importante che ciascuno fosse sè stesso e agisse con naturalezza e spontaneità, poichè si trattava di una performance e non di uno spettacolo teatrale. Ciascuno era libero di meditare e pregare nella maniera a lui più appropriata, condividendola con gli altri, e rispettando soltanto alcune semplici indicazioni di regia spaziale.


Participants introduced themselves to the others, explaining their reasons for taking part in this important piece of performance art and symbolic faith sharing event.

Ciascuno ha condiviso le motivazioni per cui aveva scelto di essere parte della performance e di meditare insieme a persone di diverse appartenenze religiose. Ogni partecipante era ben consapevole di essere parte di un’opera d’arte e al tempo stesso di un evento simbolicamente importante sulla strada dell’accettazione e del rispetto delle varie spiritualità.

The collective performance began with all the participants on the steps of the church’s apse breathing in unison; respiration is a universal need that is common to all people, religious or otherwise.

La performance collettiva è cominciata con tutti i partecipanti sulla grande scalinata che respiravano insieme. Il respiro è un bisogno e una pratica che unisce tutti gli uomini di ogni diversa provenienza e spiritualità.


Then Liuba descended into the nave, moving among the public and praying various prayers of many religions. On her ad hoc oufit were images of several places of worship, temples and churches in New York City. The participants then descended, one by one, into the nave while meditating individually in their own, personal ways. There was music composed for the event by Liuba which mixes together some sacred music of various religions and video projections of the Finger and the Moon project videos #1 and #2.

Quindi Liuba discese nella navata, in mezzo al pubblico, e cominciò a meditare con preghiere di diverse fedi. Sul suo manto-opera erano raffigurati tempi e chiese di differenti religioni. E ad uno a uno, anche gli altri partecipanti discesero nella navata cominciando le loro meditazioni, muovendosi nello spazio con libertà e improvvisazione. C’era una musica composta da Liuba sovrapponendo musica sacra di diverse religioni, e l’installazione dei due video ‘The Finger and the Moon #1 e 2′ all’inizio della navata.

The performance ended with Liuba writing ‘The Finger and The Moon’ sentence on the floor of the church and then leaving the church and entering the real world and everyday life hand-in-hand with all the participants.”

La performance si concluse con Liuba che, dopo aver scritto sul pavimento della navata la frase di Finger and the Moon, raccolse tutti i partecipanti conducendoli per mano fuori dalla chiesa, nel mondo reale, verso la vita di ogni giorno.

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The Finger and the Moon #3 performance. First impressions

Posted on: November 2nd, 2012 by Liuba No Comments

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(italiano in fondo)

I have to be honest: I’ve been very very happy for the results of the collective performance in Genoa and for the enthusisastic participation of people, either as performers and as public. It has been a long long work of preparation, taking more than one year long, from the idea of the project to the curator and museum involment and agreements,  from the anthropological research and contact of various religious groups in the city to the performance outfit creation and production, from the performance direction to the set up of the installation. It has been a long work, helped by people who worked, volunteered and donated founds to accomplish this goal. Integration and acceptance of different religions, spiritual importance in life, with an artistic – and neutral – point of view.

I find it very interesting to bring art into the city, into the people’s life and to gather people to be part of the performance and the piece. Performance art it’s not theatre, everypeople were here not to act but to be natural and spontaneusly themselves.

There has been many difficolt and tough moments as well as many problems and obstacles. The game was not easy, and the objective was very high and ambitious. Many people were interested in the idea, but it was not so as much easy to accept to participate to the performance sharing place and meditations with people of different faiths.

I had 12 people performing with me, and among them there were muslims, baha’i, sikk,  hindu, jewish, christians, atheists, pacifists. Many people and groups did approve and adhere to the project but could not be present on that day, and many other people participated as public, sharing emotions and energy.

It has been a very intense experience for everybody. I am happy and a bit proud too. the task was not easy and we win.

Devo essere sincera: sono stata molto contenta dell’esito della performance collettiva che abbiamo fatto a Genova e dell’adesione entusiasta di molte persone. E’ stato un lavoro lungo più di un anno, dall’ideazione al coinvolgimento del curatore e del Museo, dalla ricerca antropologica al lavoro sul campo, dalla strutturazione alla regia.

Mi interessa molto lavorare in progetti dove la gente comune, gli abitanti di un posto, diventano i protagonisti e i cointerpreti della performance. Mi piace l’idea di un’arte che è fatta di persone, in cui ciascuno diventa parte dell’opera. In più, se aggiungiamo che queste persone che mi ero ripromessa di portare a partecipare alla performance dovevano essere di diverse fedi religiose e di diversi credo, si vede subito come questo progetto non fosse così facile e anzi molto ambizioso.

Ci sono stati momenti molto difficili, di sconforto, di fatica, di dubbi e di ostacoli. Però diciamo che non potevo e non volevo lasciar perdere, per la forza con cui credevo in questo progetto, ma anche in onore di quei donatori che hanno contribuito a sostenere il progetto, chi con poco chi con molto. per cui ho continuato a tirarmi su le maniche, stringere i denti e lottare, con l’aiuto di molte persone, e devo ringraziare tutti se il bersaglio è stato centrato e la performance riuscita, con pure molta partecipazione (dato l’argomento delicato del progetto la realizzazione della performance non era assolutamente scontata…)

A fare la performance insieme a me sono venute 12 persone, tra le cui musulmani, baha’i, sikk, induisti, ebrei, cristiani, atei, pacifisti. Molte persone sono venute come pubblico, partecipando emotivamente all’evento dall’esterno, lasciandosi coinvogere dalle videoinstallazioni e dalla performance. Molti altri hanno aderito ma per impegni personali non hanno potuto essere presenti quella sera.

E’ stata un’esperienza umana, emotiva, spirituale e artistica molto intensa per tutti. Sono felice e sono anche un pizzico orgogliosa, poichè posso dire che è stata una vittoria.